Francesco Nicolosi, pianoforte
Stefano Valanzuolo, testo e narrazione
Musiche di Sigismund Thalberg e Franz Liszt
«La morte non è riuscita a scalfire la nobiltà di quella figura affascinante, di quelle dita affusolate, forti, che non dimenticherò mai. Vi restituisco il corpo di Thalberg, perché continui a sedurre il mondo in eterno, come la sua musica». Medico specializzato nella tecnica di mummificazione, Efisio Marini ebbe ordine da Francesca Lablache di conservare il corpo del marito, Sigismund Thalberg, come atto di estrema devozione. In questo racconto con musica, che sulla realtà storica innesta plausibilmente vari elementi di fiction, si immagina che proprio Marini, nel buio del proprio laboratorio e accanto al corpo di uno dei più grandi pianisti di tutti i tempi, ad esso si rivolga come in un dialogo estremo; il suo interlocutore non ha più parole, evidentemente, ma continua a parlare e a far parlare di sé attraverso il pianoforte. Come in un flashback surreale, scorre la vicenda umana e artistica di Thalberg, resa straordinaria non solo quella tecnica che a molti fece sospettare che egli suonasse con tre mani, ma dall’aura stessa di seduzione che lo circondava, rendendolo irresistibile sempre: sia che si misurasse con Liszt alla tastiera, sia che si circondasse di donne bellissime.
Lo spettacolo è liberamente ispirato al libro “Il segreto di Sigismund Thalberg”, Colonnese Editore (2023)
Francesco Nicolosi
Laureatosi giovanissimo con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di Musica Vincenzo Bellini della sua città, Francesco Nicolosi parte all’età di diciassette anni da Catania alla volta di Napoli dove incontra Vincenzo Vitale, riconosciuto didatta tra i più illustri della tradizione pianistica italiana. Ben presto ne diventa uno dei migliori allievi tanto da essere considerato a tutt’oggi uno dei massimi esponenti della scuola pianistica partenopea.
Il 1980 è un anno importante con due Premi che segneranno il suo destino artistico: quello al Concorso Pianistico Internazionale di Santander e soprattutto la vittoria al Concorso Internazionale d’Esecuzione Musicale di Ginevra che dà inizio a una carriera internazionale che lo consacra come uno dei pianisti più interessanti della sua generazione.
Si è esibito nelle più importanti sale da concerto del mondo, dalla Queen Elizabeth Hall alla Wigmore Hall di Londra, dalla Victoria Hall di Ginevra alla Radio Nacional di Madrid, e ancora la Salle Gaveau di Parigi, il Teatro alla Scala e la Sala Verdi di Milano, il Teatro dell’Opera e l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, il Teatro di San Carlo di Napoli, l’Herkulessaal di Monaco, la Brahmssaal di Vienna, etc.
Oltre che in tutta Europa ha effettuato tournée in Islanda, Russia, Stati Uniti, Canada, Messico, Argentina, Singapore, Giappone e Cina ed è stato ospite dei più esclusivi festival quali: Festival dei Due Mondi di Spoleto, Rossini Opera Festival, Ravenna Festival, Festival di Ravello, Festival Pianistico di Brescia e Bergamo, Estate Musicale Sorrentina, Taormina Teatro Musica, Settimane Musicali di Stresa, Settembre Musica di Torino, Mittelfest, Weimar Kunstfest, Budapest Liszt Festival, Emilia Romagna Festival, Festival Ljubjana, Vilnius Piano Festival e molti altri.
Dal 1990 incide stabilmente per le etichette Nuova Era, Naxos e Marco Polo. Su di lui ha scritto l’autorevole critico e musicologo Paolo Isotta: (…) bisogna riconoscere che nessuno oggi gli può essere accostato per la luminosità del suono, la capacità di cantare e legare (...) egli va considerato uno dei migliori pianisti viventi (...) il sommo Arturo Benedetti Michelangeli eseguì musica del Settecento ispirandosi agli stessi criteri di massima adottati dal Nicolosi ma forse non con altrettanta lucidità e coerenza. Nicolosi porta a compimento ciò che Benedetti Michelangeli annuncia.
È stato insignito di prestigiosi premi nazionali ed internazionali: il ‘Bellini d’oro’ nel 1994 (unico pianista a ricevere questo prestigioso premio conferito in passato ad artisti come Maria Callas, Luciano Pavarotti, Riccardo Muti), il ‘Japan Chubu University Award’ nel 1996 e nel 2001, il Premio ‘Ara di Giove’ nel 2004, il Premio ‘Aci Castello Riviera dei Ciclopi’ nel 2008, il Premio ‘Note nell’Olimpo’ a Bari nel 2012, il Premio alla carriera ‘Domenico Danzuso’ a Catania nel 2012, il Premio ‘Cosimo Fanzago’ a Napoli nel 2013, il Premio ‘Sergej Rachmaninov International Award’ a Mosca nel 2017 e il Premio Golia nel 2021 ancora a Napoli.
Docente universitario, è stato titolare della cattedra di ‘Prassi esecutiva e repertorio Pianoforte’ presso il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli. Tiene regolarmente in Italia e all’estero master classe, conferenze, convegni oltre ad essere presidente e membro di giurie di concorsi nazionali e internazionali pianistici e di canto.
Stefano Valanzuolo
Dal 1989 è critico musicale del quotidiano Il Mattino. Da anni è presente su Radio3 con i programmi Radio3 Suite e WikiMusic. Collabora con il mensile Sistema Musica e con “I quaderni dell’Associazione Scarlatti” (Libreria Musicale Italiana). Dal 2020 è direttore responsabile della rivista di spettacolo Live – Performing & Arts.
È autore di soggetto e libretto delle opere “Il bullo in maschera”, musica di Federico Gon (Teatro Coccia di Novara, 2022) e “Tutto in una notte” (Teatro Coccia, 2021). Nel 2021, su commissione dell’Emilia Romagna Festival, scrive “Il lupo e Pierino”, riproposizione moderna del “Pierino e il lupo” di Prokof’ev. Collabora col compositore Carlo Galante come librettista dell’opera “Il labbro della lady” e del melologo “Il convitato delle ultime feste”. È autore di soggetto e drammaturgia di “Alienati” (2020), opera smart working prodotta dalla Fondazione Teatro Coccia. Sue sono ideazione e sceneggiatura della fiction “3 voci di dentro”, prodotta dal Teatro Pergolesi - Jesi, disponibile su RaiPlay.
È autore di soggetto e testo degli spettacoli teatrali: “Settembre è nero” e “Il sogno di Burney” (Campania Teatro Festival Italia 2022); “Father and Son” (CTFI 2021, Teatro Nuovo di Napoli); “Sine Diez” (Maggio della Musica 2021, Napoli); “Ho ucciso i Beatles”, con Sarah Jane Morris, Paolo Cresta e Solis String Quartet (Napoli Teatro Festival Italia 2020, Ravenna Festival, Festival Pergolesi Spontini); “StraTivari”, con Iaia Forte e Cristina Donadio (NTFI 2019; Napoli, Teatro Trianon 2022); “Qualche estate fa”, con Claudia Gerini e Solis String Quartet; “Se Spartak piange…”, con Giovanni Esposito e Quintetto del Teatro di San Carlo (NTFI 2018); “Forse non sarà domani” (NTFI 2017), con Rocco Papaleo; “The Fool on the Hill” (2012), con Michele Riondino, Alessandro Haber, Orchestra “Haydn” di Trento e Bolzano, Filarmonica “Toscanini”. È autore di drammaturgia e testo degli spettacoli: “Cunto di Tristano”, con Vincenzo Pirrotta, musiche di Roberto Molinelli (2015); “Mozart, per gioco” (2015) e “La Russia, forse, non esiste”, con il Quartetto Savinio (2017).
Nel 2009 firma la drammaturgia dello spettacolo “Le sorelle Bronte”, inaugurazione del Festival del Teatro - Biennale di Venezia, regia di Davide Livermore.
È Direttore artistico dell’Associazione “Maggio della Musica”, Napoli; fondatore e Direttore del festival MozArt Box al Palazzo Reale di Portici. È stato Direttore artistico dell’Arena Flegrea, a Napoli. Dal 2008 al 2015 è stato Direttore generale e artistico del Ravello Festival. È docente nell’ambito del Master in “Management e Comunicazione delle Imprese Culturali” del Conservatorio di Napoli.