Cosa ci faceva un noto pianista Jazz in casa di Ludwig Van Beethoven? E che ne avrebbe pensato Franz Schubert a vedere Al Bano e Romina Power raccontare la sua storia in un musicarello degli anni sessanta? Al posto di Salieri avreste invidiato anche voi il genio sregolato di Wolgang Amadeus Mozart? Cosa può ancora scrivere di originale un cantautore contemporaneo dopo che Pachelbel e Bach gli hanno fatto piazza pulita su ogni possibile combinazione di note? Come si può spiegare Chopin parlando anche di John Lennon e Edwige Fenech? Liszt ha davvero incontrato Michelle Hunzicher in uno sperduto paesino sui Pirenei? In questi, racconti scritti con l’umorismo che lo contraddistingue, Fulvio Frezza inventa un nuovo approccio a quella che tutti chiamano Musica Classica. Bach e tutti gli altri grandi del passato entrano nella vita di tutti noi, scendendo dal piedistallo che li teneva lontani e condividendo le nostre stesse passioni, la nostra quotidianità. Le loro vite si intrecciano incredibilmente con tanti personaggi della nostra cultura popolare e questo ce li rende per la prima volta amici. Grandi pianisti del passato, come Gould, Horowitz, Rachmaninov e Rubinstein, diventano protagonisti di storie che ci portano in mondo magico e fantastico, nel quale il lettore può finalmente immedesimarsi in chi li ha davvero conosciuti e frequentati. Dopo aver letto questo libro, ricco anche di consigli di ascolto e scelte musicali, la Musica, anche per voi, non sarà più la stessa.
Fulvio Frezza vive, ormai da diversi anni, non da solo in una non piccola casa di una non grande città non del norditalia. Suona il pianoforte ad orecchio discretamente male, ma nonostante gli scarsi risultati continua a farlo, con grande disappunto dei suoi familiari. Coltiva anche altre passioni, non tutte divulgabili, anche se alcune di queste risulteranno evidenti a chi avrà la bontà di leggere queste pagine. Dopo avere letto tanto e ascoltato tanta musica, ha capito che era arrivato il momento di donare agli altri il suo incommensurabile sapere. Così ha pubblicato la sua prima raccolta di racconti “Tutto quello che è stato” (ed. liberodiscrivere 2007), classificandosi secondo nel prestigioso Premio Teramo. Con la “Florestano Edizioni” ha già pubblicato: “Meraviglioso” vita e amori di Domenico Modugno in 12 canzoni (2014), “Canzoni del tempo” storie sognate che bisognava sognare (2016), “Vento nel Vento” dieci anni di Lucio e Giulio (2018) e “Furono baci e furono sorrisi” dieci anni di Fabrizio De André, da cui sono stati anche tratti fortunati spettacoli. Un suo racconto è stato scelto per l’annuario letterario 2015 della rivista di Legambiente dedicato al tema del cibo, argomento di cui, insieme alla musica, parla spesso, fra un sorso di vino e l’altro. Nell’aprile 2019 ha vinto il Concorso dei Racconti di Radio Rai “Plot Machine” con “Liebestod”, una breve storia dedicata al pianista Horowitz, che in questo libro è nella sua versione estesa. “I Maccheroni di Bach” attendeva da tempo di vedere la luce. Oggi potete tutti goderne grazie a un’imprevista conversione religiosa di chi ne impediva la pubblicazione. Questo è il suo sesto libro edito e, salvo cause di forza maggiore legate ad eventi innominabili senza opportuni, ma sconvenienti, scongiuri, non sarà l’ultimo. Nessun altro pianoforte, tranne il suo, è stato maltrattato durante la produzione di questo libro.